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"La storia e le politiche di comunicazione dei musei torinesi illustrati in questo libro sono estremamente interessanti, non solo perché costituiscono un insieme variegato di esempi di buone pratiche, frutto ciascuna di riflessione, di esperienza, di creatività e di lavoro concreto, che hanno avuto tutte un notevole successo e che è opportuno considerare in quanto tali. E non solo perché, al di là del generico appello alla cultura come "giacimento" o risorsa economica specifica del nostro paese, raramente ci si è occupati concretamente, in maniera empirica e organizzativa, di come questa risorsa è di fatto (dis)organizzata e dovrebbe invece essere curata, di quale politiche e di quali tecniche organizzative e comunicative sono necessarie e utili per trasformare l'abbondanza di beni culturali dispersi sul nostro territorio in veri oggetti di fruizione di massa, dunque di crescita culturale collettiva, in fonti di creatività e di sviluppo economico per il territorio che li ospita". (dalla postfazione di Ugo Volli). I casi riguardano: Museo Nazionale dell'Automobile di Torino, Museo Nazionale del Cinema di Torino, Museo Egizio di Torino, Fondazione Torino Musei, Polo Reale di Torino, Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, Spazio La Stampa, Reggia di Venaria.